Amman, il racconto del mio arrivo in Giordania

Di come sono arrivata in città e di come me ne sono innamorata.


Amman è stata la prima città che ho visitato della Giordania, anzi, per essere più precisa, di tutto il Medio Oriente.
Avevo in mente di fermarmi pochi giorni a visitarla, ma alla fine sono rimasta in città quasi due settimane.
Ora ti spiego il perché, ma prima di raccontarti tutto inizio con una breve introduzione storica.

Un po’ di storia

A prima vista la città sembra un alveare: tutti i palazzi sono uguali, dello stesso color cemento che occupano tutti i fianchi delle colline.

Amman - alveare
Come Roma, Amman fu costruita su 7 colli ma è cresciuta così tanto da occuparne ora ben 20!
Consiglio della nonna: dato che la città è costruita su alcune colline preparati ad affrontare impervie salite e altrettante discese. Sinceramente non avevo idea ma camminare ad Amman può essere davvero difficile! Quindi porta un paio di scarpette comode, come quelle da ginnastica.
Quella che vedi oggi è l’Amman moderna, interamente costruita a inizio del Novecento, ma in realtà le prime evidenze di insediamenti risalgono all’epoca preistorica.
Su uno dei colli principali della città è stato ritrovato un importante insediamento neolitico chiamato Ain Ghazal. Proprio da qui provengono alcune delle statue a forma umana più antiche dell’umanità, risalenti circa all’8500 a.C.
Dalla Giordania passeranno un po’ tutti, dai Tolomei, che chiameranno Amman Filadelfia in onore del loro sovrano Tolomeo II Filadelfo, ai romani che costruiranno il teatro, la cittadella e il Tempio di Ercole.

Amman - Teatro Romano
Dopo i romani la città ebbe un periodo di decadenza, ma con l’invasione musulmana del 636 a.C. Amman torno ad essere un’importante centro di scambi commerciali.
Si alternarono così fino ai giorni nostri periodi splendenti e periodi più bui nella città.
Negli ultimi anni ad Amman ci sono state varie ondate di immigrazione dalla Palestina, dall’Iraq e ultimamente anche dalla Siria.
E se sono stata così tanto tempo ad Amman lo devo proprio a due splendidi ragazzi, Nawras e Jasser, un palestinese e un iracheno, che mi hanno ospitata in casa loro e mi hanno mostrato la loro Amman.

Il mio arrivo in città

Appena scesa dall’aereo mi sono ritrovata catapultata in un altro modo. Donne velate, uomini con le tuniche, caos e rumori.
Benvenuta in Medio Oriente.
Per prima cosa cerco il bus che dalla stazione porta in città.
Anzi, non proprio in centro città, in una zona nella parte nord della capitale, un po’ in periferia, chiamata Tabarbawr. Qui abita Nawras, il ragazzo che mi avrebbe ospitata per qualche giorno tramite Couchsurfing.
Dopo aver preso il bus quasi al volo arrivo alla stazione. Controllo sulla mappa e la casa dista ben 4 o 5 km. Non ho proprio voglia di andare a piedi per via dello zainone che ho sulle spalle così vado alla ricerca di un taxi e finisco dritta dritta in una bella trappola per turisti.
Vengo circondata da tantissimi tassisti che mi propongono i loro servizi, e forse perché sono stanca, forse perché voglio arrivare a casa il prima possibile accetto.
Inizio a contrattare il prezzo e mi sembra anche molto economico ma in realtà è più del doppio di quello che pagherei normalmente. Purtroppo questo l’ho capito solo dopo aver accettato e pagato.
Se anche tu non vuoi cadere vittima dei tassisti abusivi in questo articolo ho scritto tutto quello che devi sapere per muoverti sia all’interno della città che all’esterno.
Dopo aver sistemato lo zaino nel bagagliaio, essere entrata in macchina, aver percorso qualche centinaio di metri il tassista mi confessa di non conosce la strada dove avrebbe dovuto portarmi. Fortunatamente ho il numero di Nawras, il tassista lo chiama e dopo una breve e concitata conversazione in arabo capisce dove abita.
Arrivo in questo quartiere periferico di Amman dove i bambini giocano per strada e dove non si vede neanche l’ombra di uno straniero.
Al cancello mi accoglie il fratello del mio host, Ramin, impegnato a studiare il Corano.

Amman - Moschea di Abu Darwish
La casa è davvero molto bella e in pieno stile giordano. Al piano terra c’è la parte giorno, con divani, foto di famiglia e narghilè in bella vista.
Al primo piano ci sono tutte le camere da letto e sul tetto pieno di calcinacci c’è l’area stenditoio. Ramin lascia stare i suoi libri per un po’, prepara il tipico tè e rimaniamo a chiacchierare fino all’arrivo del fratello Nawras.
Mi racconta un po’ della sua famiglia, di come in casa vivono lui, il fratello e il padre che in questo momento è in Ungheria per far visita alla sorella che studia a Budapest.
Mi racconta della zona dove vive, abbastanza conservatrice, quindi mi consiglia di vestirmi sempre in maniera “adeguata” al contesto.
La sera Nawras mi propone di andare a mangiare in centro. Prendiamo un taxi e andiamo a fare un giro nel caos della città, dove tutti erano per strada per festeggiare la fine del Ramadan per quel giorno. La cosa che più mi sorprende sono i bambini che fermano le macchine per regalare datteri, succhi di frutta e acqua.
Nawras mi dice che è il “governo” che paga tutto questo cibo offerto ai passanti, tutti i giorni del mese del Ramadan.

Amman, centro città
Arriviamo in centro e neanche il tempo di fare due passi che alcuni ragazzi mi trascinano a mangiare con loro. Non conoscevano né me ne Nawras. Hanno visto una straniera e hanno pensato bene di darmi un magnifico benvenuto in Giordania. Passo la serata a ridere e a scherzare seduta ad una tavola imbandita con ogni ben di Dio allestita in mezzo alla strada all’esterno di un negozio di abiti tipici giordani con dei perfetti sconosciuti.

Serate ad Amman
Questa è stata una delle sere passate ad Amman, ma ce ne sono state tante altre, a camminare per le strade in penombra, a fumare narghilè davanti al teatro romano, a incontrare gruppi di donne che fumavano e ridacchiavano sedute nelle piazze su tappeti coloratissimi, a bere birra nei locali alla moda di Amman, a vedere film in arabo sottotitolati in inglese alla Royal Film Academy, a mangiare falafel per strada, a parlare con tassisti chiacchieroni, a parlare di sogni e di emozioni con due ragazzi splendidi che mi hanno fatto amare Amman.

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