Il mio primo approccio con il Sammlung Boros è avvenuto tramite una rivista di settore, in cui leggevo di questa collezione d’arte contemporanea esposta all’interno di un bunker della seconda guerra mondiale.
Emozioni provate: euforia, entusiasmo, eccitazione, ed altre che iniziano sempre per E.
Il mio secondo approccio con il Sammlung Boros è avvenuto cinque minuti dopo, quando ho provato a prenotare con sole due settimane d’anticipo rispetto al mio viaggio a Berlino.
Risultato: tutto pieno, per qualunque orario, di lì fino a due mesi.
Emozioni provate: delusione, depressione, dannazione, ed altre che iniziano sempre per D.
Questo evento ha stravolto la mia routine mattutina.
Se prima mi svegliavo, andavo in bagno e facevo colazione, ora mi svegliavo e controllavo se qualcuno aveva disdetto la sua prenotazione alla galleria, andavo in bagno e controllavo se qualcuno aveva disdetto la sua prenotazione alla galleria, facevo colazione e controllavo se qualcuno… E così via.
Dopo giorni passati a consumare il tasto F5, tra una macumba e l’altra, si avvera quanto sperato, Si liberano dei posti.
Prenoto.
Emozioni provate: contentezza, compiacimento, completezza, ed altre che iniziano sempre per C.
Ce l’avevo fatta, ero riuscito a prenotare, la fortuna mi aveva strizzato l’occhio mezzo cieco, e ora l’unica cosa che mi chiedevo era se ne sarebbe valsa la pena, se le grosse aspettative che avevo sarebbero state appagate.
Beh, te lo dico subito.
Ne è valsa assolutamente la pena.
Il Sammlung Boros è una collezione (in tedesco sammlung vuol dire collezione) d’arte contemporanea all’interno di un bunker antiaereo. Ma dirlo così non rende bene l’idea, perché nel nostro immaginario un bunker è un qualcosa di sotterraneo, nascosto e poco individualizzabile. In questo caso invece parliamo di un enorme monolite cubico di cemento armato all’aria aperta, che vanta un passato molto interessante.
Nasce a Berlino come bunker antiaereo durante la seconda guerra mondiale. Durante l’occupazione dell’armata rossa cresce come prigione di guerra per poi arrivare alla preadolescenza come magazzino tessile e, successivamente, magazzino di frutta tropicale importata da Cuba. È a questo punto che gli viene affibbiato il soprannome “banana bunker”.
Se mai avrò un gruppo punk demenziale, lo chiamerò così.
Arriva poi l’adolescenza, che come sappiamo è un’età abbastanza problematica, che lo vede rinascere come club techno-hardcore, i cui party fetish diverranno famosi in tutto il mondo.
Giunto finalmente alla maturità, ormai sessantenne, viene acquistato nel 2003 da Christian Boros, che gli trova finalmente un lavoro serio, e diventa quello che ancora oggi è: una galleria d’arte contemporanea.
Ma anche il nome galleria non rende bene l’idea, perché è più che altro un labirinto caotico di stanze con pareti e soffitti bianchissimi, senza finestre, con buchi sui muri per il ricambio dell’aria che non sia sa bene dove sbuchino. Penso che la richiesta fatta all’architetto in fase di progettazione sia stata più o meno questa: ”senti, mi dovresti costruire un bunker con tante piccole stanzette, tipo celle d’isolamento, però non voglio una cosa troppo lineare, fammelo tipo un quadro di Escher”.
Ma, alla fine, dentro che ci sta?
Non ti voglio rovinare la sorpresa, ma questa te la dico.
Un’opera esposta consiste in una macchina del popcorn che non viene mai spenta, e continua a far uscire popcorn, lentamente, uno alla volta. Il bello è che la stanza in cui è messa la macchina è sommersa di popcorn, tant’è che si fa fatica a passarci, ma continua comunque, imperterrita, a scoppiettare popcorn.
Nella mia personale classifica dei luoghi che ho visitato nel mondo, il Sammlung Boros sta nei must see, nell’Olimpo dei luoghi che sono profondamente rappresentativi di una città, oserei dire quasi simbolici. Certo, non simbolici come il Colosseo o la Tour Eiffel, ma più come quel ristorantino poco turistico dove hai mangiato benissimo e hai trovato quell’atmosfera più verace e genuina, rispetto al ristorante che sta su tutte le guide e dove tutti parlano inglese.
Spero che dopo aver letto questo articolo tu abbia provato emozioni che iniziano con la lettera E.
INFO:
Il Sammlung Boros è in Reinhardtstrasse 20
È aperto dal giovedì alla domenica
È necessario prenotare sul loro sito https://www.sammlung-boros.de e, fidatevi, con largo anticipo (almeno un mese)
Costo:12 euro
13 risposte
Adoro la Germania e sono stata a Berlino, ma non ho visitato il Sammlung Boros. Sono un’amante dell’arte, prediligo quella classica e rinascimentale, ma apprezzo anche quella contemporanea, appena riuscirò a tornare a Berlino cercherò sicuramente anche io di prenotare una visita in questo museo. Bell’articolo complimenti! 🙂
Fantastico, lo devo assolutamente vedere questo posto! Adoro Berlino e ci sono stata la scorsa estate. Me lo segno e la prossima a volta che mi recherò in questa bellissima città, l’andrò sicuramente a vedere: mi sto segnando tutti i posti un pò fuori dal grande turismo di massa
Io ho un quaderno dove segno tutti i posti che non ho visto nelle città che ho già visitato. Ogni volta che trovo qualcosa di interessante vorrei prenotare subito per tornarci!!! 🙂
Innanzitutto grazie per il link, sembra davvero bellissimo! Proveremo ad inserirlo nell’itinerario (se troviamo i biglietti…)
Ma grazie a voi per essere passati. Fino all’ultimo non sapevo se postarvelo l’articolo. Ci sono dei blogger poco propensi alla condivisione, anche nei post dove chiedono consigli… Bha! 🙂 Fatemi sapere se riuscite ad andare!
Un bacione!
Non conoscevo questo edificio e mi hai incuriosito molto. Segnato tra le cose da fare a Berlino.
ricorda di prenotare tanto in anticipo! 🙂
MI hai incuriosita tantissimo, a me piacciono molto questo genere di posti, dove vecchi spazi che rischiano di essere abbandonati vengono rivalorizzati cambiando funzione. visto che sto organizzando un viaggio in Germania cercherò di includerlo nelle cose da vedere
ricorda di prenotare un po’ in anticipo! 🙂
Wow, molto interessante. Mi hai dato un ottimo spunto per la prossima visita a Berlino. Spero di riuscire a prenotare.
prenota un bel po’ di tempo prima! 🙂
Non sono un’amante dell’arte contemporanea, ma adoro Berlino e il modo che ha di riciclare gli edifici urbani in cose che non ci immagineremmo mai. Questa ne è la prova.
questa ne è davvero un ottimo esempio!